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Giovanni Falsetti, sonetti della notte e del mattino, Impremix Edizioni 2024

 

XXI 

Il servo di se stesso 

  Ecco, la nostra violenza nutriamo, 
Demone che nel nostro buio sorse. 
L’anima, nel principio, al bene corse, 
ma per l’offesa, che tutti subiamo, 

  il Verme iniquo le nostre midolla 
dentro spilla, e il bene e l’esser nostro 
raschia, fino a svuotarlo col suo rostro. 
Allora ribaltiamo il nostro nulla: 

  sopra noi intronizziamo un dio potente, 
de la nostra impotenza ben nutrito, 
ci prosterniamo ai piedi de l’Arconte. 

  Così adoriamo il dominio inumano, 
da l’uomo sopra l’uomo costruito, 
che ci soggioga con sguardo sovrano. 

*

LIII

Ades

  Tu, Oscuro, assiso sul trono intombato,
sei il fratello di Zeus, o sei Zeus stesso?
Sorto anche tu da l’Erebo terreno,
sei l’ostia espulsa nel regno dei morti,

  che è specchio d’un Olimpo ribaltato.
Di te si tace, anche se del consesso
degli dei tu sei padre: ostie sono,
che da l’ara sommersa al cielo porti.

  Eracle, Orfeo e pochi altri eroi
le porte d’ombra ardirono varcare,
però fallendo il precluso ritorno.

  Soltanto Uno irruppe dentro i bui
reami, dopo morto, a traghettare
gli inabissati verso eterno giorno.

*

LXIX

Emorragia dell’essere

  Come lei, che perdeva sangue e vita,
io dissipai il mio essere. Ho creato
vampiri intorno a me, che hanno svuotato
la mia persona, esangue e annichilita.

  Come lei, io non credevo in me stesso
e nel mio autore. I miei beni ho sprecato
in cure vane, aggravando il mio stato.
Potessi anch’io bucare quello spesso

  muro di folla, che ti occulta e oscura,
toccare la tua veste luminosa,
corpo che vela e svela la natura

  tua, che io a stento riesco a concepire:
l’Unico che mi nutre come rosa,
ne l’orto dove non può rinsecchire.

*

XC

Un lembo di giardino

  La politica porta il mio volere
assai lontano dai miei desideri:
prende il mio voto e lo muta in lavori
che del deserto affrettan l’accadere.

  Credo più nel mio agire tra studenti:
posso gettare semente al mattino
che, dovunque li porti poi il destino,
fiorirà a sera ne le loro menti.

  Strapperanno a l’arsura e a la rovina
lembi di terra rossa, resi secchi
da l’azione paziente ed assassina

  del formicaio immane, che gli spicchi
de le foreste, dei laghi, del mare
divora, in incessante consumare.

 

Sonetti della notte e del mattino è un canzoniere omogeneo e coerente nel suo sviluppo tematico. I cento sonetti che lo compongono costituiscono altrettante stazioni di un tragitto esistenziale attraverso il quale il poeta-viandante esplora le molte facce della negatività e dell’alienazione della condizione umana, naturale e storica. Una moderna discesa agli inferi tra le oscurità del vivere, dove l’attimo stesso del tramonto finisce per coincidere con il preannuncio di un’alba nella quale il brillio del senso balena al fondo dell’assurdo. La poesia di Giovanni Falsetti non è pura confessione autobiografica, ma la storia di un’anima che, sonetto dopo sonetto, sosta nei molti vani oppressivi della realtà presente per oltrepassarli alla ricerca di varchi e aperture verso un altrove possibile.

Dalla quarta di copertina

Parafrasando Lukàcs che in Il marxismo e la critica letteraria affermava che “La letteratura vale qualcosa – e allora vale molto – quando traduce in forma un passo reale del movimento” (cioè delle trasformazioni che subisce la società nella quale vede la luce l’opera d’arte), si potrebbe dire che un grande valore che si può riconoscere facilmente ai componimenti di G. Falsetti è quello di “tradurre in forma” le trasformazioni che sta subendo la società attuale, in una tenace ricerca del senso, malgrado le incertezze della nostra società “liquida”.
Il lettore si troverà di fronte una poesia da leggere in prospettiva storico-esistenziale, fondata sull’allegoria piuttosto che sul simbolo, come nella Commedia dantesca. […]

Dalla postfazione di Rossella Spina

G. Falsetti, sonetti della notte e del mattino, Impremix Edizioni 2024. Prefazione di Massimo Ferrari. Postfazione di Rossella Spina.

Giovanni Falsetti è nato a Macerata nel 1967 e vive a Perugia, dove insegna filosofia e storia in un liceo scientifico della città. Ha pubblicato diverse raccolte di poesia, romanzi e saggi di estetica. La sua opera letteraria ha ottenuto vari riconoscimenti nazionali.

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