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Eugenio Bennato, Ninco Nanco deve morire, Rubbettino 2013

 

Eugenio Bennato interpreta l’anima musicale e ribelle del grande Sud. Negli anni Settanta fonda la Nuova Compagnia di Canto Popolare, il primo e più importante gruppo di ricerca etnica della musica popolare dell’Italia meridionale. Nel 1976 fonda con Carlo D’Angiò Musicanova e inizia un’attività autonoma di compositore. A lui si devono decine di colonne sonore per il cinema e il teatro. Nel 1998 dà vita al movimento “Taranta Power” attraverso il quale propone nuove strade di creatività artistica e un modo nuovo d’intendere la musica popolare in Italia. La sua musica è conosciuta e apprezzata in tutto il mondo.

Ci sono musiche e parole che più che la volontà dell’autore interpretano il sentire di un popolo intero, e proprio per questo sfuggono di mano al proprio creatore diventando patrimonio comune e assurgendo al livello di veri e propri “canti popolari”. Brigante se more, con la sua storia travagliata, ci insegna che la musica popolare esiste da sempre e per sempre. Le parole «ommo se nasce, brigante se more» le ha scritte Eugenio Bennato, è vero, ma le ha dette Ninco Nanco, le ha urlate il partigiano Johnny, le ha sussurrate García Lorca davanti al plotone d’esecuzione, sono morte sulla lingua di Spartaco alle sorgenti del Sele. Hanno vagato per secoli nell’aria fino a quando un artista le ha messe nero su bianco, ma un minuto dopo erano già pronte a ripartire, e oggi sono cantate da migliaia di giovani briganti moderni.

Dalla quarta di copertina

E. Bennato, Ninco Nanco deve morire. Viaggio nella storia e nella musica del Sud, Rubbettino 2013. Prefazione di Pino Aprile.

Eugenio Bennato. Laureato in fisica con una tesi sulle alte energie, fonda insieme a Carlo D’Angiò la Nuova Compagnia di Canto Popolare (1969) e Musicanova (1976). Compone colonne sonore per cinema, teatro e balletto classico. Nel 1998 fonda il movimento Taranta power in cui chiama a raccolta i grandi maestri della musica etnica delle varie regioni del sud: dopo lo storico esordio nella piazza centrale di Lecce, dove appaiono per la prima volta insieme I cantori di Carpino, Matteo Salvatore, Antonio Infantino, i gruppi salentini Alla Bua e Aramirè, il gruppo storico calabrese Phaleg, i solisti della Tarantella di Montemarano, viene concepito un tour che si rivolge al pubblico alternativo dei centri sociali del nord, dalla Flog di Firenze al Leoncavallo di Milano, il Pedro di Padova, il Livello 57 di Bologna e Il Faro a Roma. Il movimento, che conquista immediatamente decine di migliaia di giovani, parte dalla pubblicazione di due LP diventati storici, Lezioni di tarantella e La tarantella del Gargano, e vede i grandi maestri depositari dello stile popolare per la prima volta in una sala discografica professionale. Contemporaneamente esce l’album omonimo Taranta power, che contiene brani scritti da Eugenio sul ritmo di taranta rispettoso dello stile popolare. Nel 2000 fonda a Bologna, con la collaborazione di Silvia Coarelli e Maristella Martella, la Scuola di Tarantella e danze popolari del Mediterraneo, prima scuola in Italia con lo scopo di recuperare, studiare e divulgare i balli popolari del Sud. Eugenio con la sua band tiene concerti in tutto il mondo: Europa, Canada, Stati Uniti, Venezuela, Chile, Argentina, Brasile, Marocco Algeria, Tunisia, Egitto, Turchia, Siria, Filippine, Corea, Tailandia, Angola, Mozambico, Australia. Nel 2002 esce l’album Che il Mediterraneo sia. Sul ritmo di taranta, nel brano che dà il titolo all’album, risuona per la prima volta la vocalità della lingua araba grazie all’apporto di artisti extracomunitari presenti ora nel nostro paese e individuati da Eugenio in un sodalizio di integrazione che continua ancora oggi. Nel 2007 esce l’album dal titolo Sponda sud, interamente composto da brani inediti. La canzone che dà il titolo all’album viene scritta e registrata ad Addis Abeba, con la partecipazione di un coro di voci bianche composto dai bambini di una scuola elementare della capitale. Nel 2009 per raccontare la genesi di Brigante se more, che nel frattempo è diventato un vero inno di tutte le manifestazioni dissidenti del Sud e del Nord Italia, scrive per la Coniglio Editore un libro dall’omonimo titolo. Nel 2011, in occasione del centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia, scrive dieci ballate raccolte nell’album dal titolo Questione meridionale. Da che sud è sud esce nel 2017. Ne fa seguito un tour teatrale in tutt’Italia e sei prestigiose date nelle maggiori capitali nordafricane: Rabat, Cairo, Tunisi, Algeri, Orano, Tangeri. Il concerto al Teatro dell’Opera del Cairo è la prima apparizione di un musicista italiano dopo il tragico caso Regeni. Mona Elshazly, conduttrice della trasmissione più importante del mondo arabo, lo invita in diretta per uno special che sottolinea il suo ruolo di voce della pace e del rispetto delle diversità. Il 1° dicembre 2018 Eugenio Bennato festeggia i vent’anni di Taranta Power con un grande festival in piazza del Plebiscito, a Napoli. Sul palco i grandi maestri della Taranta e tre voci femminili del Sud a reinterpretare brani di musica popolare: Arisa, Dolcenera, Pietra Montecorvino. Nel marzo 2020 Qualcuno sulla terra diviene un disco pubblicato dalla label Sponda Sud. In questa occasione, con Le Voci del Sud, incide anche A Sud di Mozart, suite in tre atti scritta in passato a quattro mani con Carlo D’Angiò.

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