Lingua viva

Ida Travi

 

RIDARE VOCE AI TESTI

Se da un lato attraverso la scrittura si dà corpo alla parola, attraverso la lettura si ridà “voce” al testo. C’è la voce silenziosa e mentale del lettore solitario e c’è la voce “pubblica” della lettura ad alta voce.
Dal punto di vista poetico, i testi di poesia hanno spesso una prima informale “pubblicazione”, se sono letti in pubblico, e presentati con lettura ad alta voce. Ma un orecchio attento può riconoscere che certi testi poetici, scritti o pronunciati, sono più “orali” di altri. L’oralità di un testo non consiste infatti nella sua lettura ad alta voce ma è insita nella struttura logica e sintattica del procedimento compositivo.
La disposizione “orale” è a priori nell’intenzione del poeta: l’esatta maniera in cui l’eco di questa intenzione entra nella sua veste sonora resta un enigma. E resta il fatto che certi testi, più di altri, sembrano scritti per essere detti. Lo sottolinea Ong: la questione penetra fino all’intima natura del “sentire” e non esclude neppure le leggi acustiche della memorizzazione. Il poeta che così sente, terminato lo scritto, vive l’antica contraddizione: da un lato si stacca dal testo, lo abbandona, dall’altro torna a impossessarsene – fuggevolmente – attraverso la voce.
Lo scritto, che passò per mani e occhi, viene recuperato e fatto uscire dalla bocca.
Per il poeta è un modo di affidarsi all’intera persona. Al testo scritto il poeta tornerà ancora in solitudine, nel momento creativo, non ora, nel momento della sua trasmissione ad altri.
Si apre, nel contemporaneo, il ventaglio delle vie di trasmissione di un testo; ed è evidente che la via orale di trasmissione di un testo chiede un distacco dal libro. Non si tratta di una lettura ad alta voce, si tratta di riattivare un nuovo-antico sistema di relazione.
Il poeta memore di vivere nella collisione tra oralità e scrittura può tornare a farsi mezzo. Il memore, o colui che ricorda, può scegliere se stanziarsi nel testo scritto o uscirne, almeno ogni tanto, riaffidandosi al suono della voce.

 


I. Travi, L’aspetto orale della poesia. Scritti e note per un seminario, Anterem 2000.

One thought on “Ida Travi

  1. Se si ascoltasse di più (e si studiasse) la voce di Ida Travi, la poesia italiana farebbe enormi progressi.
    Grazie, caro Mauro, per la proposta.

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