Camille Paglia, Sexual personae, Luiss 2022
[…] La società è una costruzione artificiale, una difesa contro il potere della natura. Senza la società saremmo sballottati alla deriva sull’oceano selvaggio della natura. La società è un insieme di moduli ricevuti che riducono la nostra umiliante passività verso la natura. Possiamo alterare questi moduli gradatamente o d’un tratto, ma non c’è mutamento sociale che possa modificare la natura. Gli uomini non sono i beniamini della natura. Non siamo che una delle innumerevoli specie su cui la natura esercita indiscriminatamente la sua forza. Ciò che è scritto nel grande libro della natura non possiamo percepirlo che oscuramente. […] La sessualità e l’erotismo si situano sulla complessa linea d’intersezione fra natura e cultura. Il femminismo semplifica grossolanamente il problema del sesso riducendolo a questioni di convenzioni sociali: che si riformi la società, si bandisca l’ineguaglianza fra i sessi, si riportino a purezza i ruoli sessuali, e regneranno armonia e felicità. In ciò il femminismo, come tutti i movimenti progressisti degli ultimi duecento anni, è erede di Rousseau. […] Il pensiero liberale moderno soffre di contraddizioni irrisolte. Esalta l’individualismo e la libertà e, nella sua ala radicale, condanna l’ordinamento sociale come oppressivo. D’altra parte si attende che il governo provveda materialmente a tutto, un adempimento che solo un’espansione d’autorità e una burocrazia ipertrofica rendono possibile. In altre parole il liberalismo definisce il governo come un padre tirannico ma esige che si comporti come una madre premurosa. […] Nome e persona sono parte della ricerca della forma da parte dell’Occidente. L’Occidente insiste sull’identità discreta degli oggetti. Denominare è conoscere; conoscere è controllare. Cercherò di mostrare come la grandezza dell’Occidente scaturisca da questa sua convinzione illusoria. […]
Dal Capitolo I
“Questo libro è stato concepito per non piacere a nessuno”. Così Camille Paglia commentava il riscontro dei lettori nei confronti del suo Sexual Personae, opera che è il più ambizioso tentativo mai realizzato di rileggere, alla luce del rapporto fra sessualità e rappresentazione, l’intera storia dell’Occidente e delle sue contraddizioni. Saggio ultimato all’inizio degli anni ’80 e più volte rifiutato dagli editori statunitensi, Sexual Personae si rivela una scandalosa esplorazione del rapporto fra sessualità, arte e letteratura. Dalla penna di autori come Shakespeare, Goethe, Balzac, Byron, Wilde e Dickinson alle tele di artisti rinascimentali e moderni, Paglia affronta il tema della potenza libidica e delle sue espressioni attingendo all’immaginario pagano dell’antica Grecia, alla mitologia e all’astrologia. Non mancano, d’altra parte, concetti filosofici e psicoanalitici che fanno da guida nel discorrere del ‘maschile’ e del ‘femminile’ in quanto principi: Apollo e Dioniso per come intesi da Nietzsche da un lato, la fase fallica freudiana e gli archetipi di Jung dall’altro. Una riflessione complessa come quella fornita da Paglia ci aiuta a inquadrare l’intera cultura occidentale come ‘fallo-logocentrica’. Vampiri, pizie, androgini, veneri e molte altre creature leggendarie testimoniano, invece, la presenza di un Caos ancestrale che nessuna sovrastruttura repressiva riuscirà mai a contenere.
Dal risvolto
C. Paglia, Sexual personae. Arte e decadenza da Nefertiti a Emily Dickinson, Luiss 2022. Traduzione di Daniele Morante.
Titolo originale: Sexual Personae, Yale University Press 1990.
Camille Paglia. Professoressa alla University of the Arts di Filadelfia è una studiosa e critica letteraria di fama internazionale. Tra le autrici più discusse del secolo scorso, è nota per le dure critiche rivolte al femminismo americano e per le sue posizioni radicali rispetto alle libertà sessuali. Tradotta in numerose lingue, Sexual Personae è la sua opera più celebre.