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Carmelo Bene, Si può solo dire nulla, il Saggiatore 2022

 

«La verità è che io sono stato, rimango e sarò sempre inattuale, unicamente e irripetibilmente inattuale. In quanto anarchico, io rimango fuori dalla tradizione, meglio ancora: fuori dalla storia. Io contesto la storia, la rifiuto. Io sono per i corsi che non ci sono stati e per la gente che ha sempre perduto, per quella fetta di umanità che ha sempre subito la storia, senza mai farla.»

La raccolta definitiva delle interviste di Carmelo Bene.

Dalla quarta di copertina

“Carmelo Bene in scena innesca una costante vertigine che priva attore e spettatore del loro peso, costruendo un enorme edificio di piume, pronto a volare via alla chiusura del sipario come il palazzo moresco alla fine di Nostra Signora dei Turchi. Il teatro di Bene non è un percorso intellettuale, come l’esperienza raffreddata del teatro di regia e di concetto (si intende qui anche l’arte concettuale, che contrabbanda idee per arte degradando l’una e le altre), ma coinvolge la materialità del nostro corpo, del nostro sentire, andando a dilatare i limiti dell’io, dell’identità, agendo una messa in discussione del principium individuationis simile all’esperienza mistica.”

Dall’introduzione di Federico Primosig

Si può solo dire nulla è la raccolta definitiva delle interviste di Carmelo Bene. Un’opera che insegue la voce di Bene lungo quarant’anni di carriera per restituire, attraverso le sue dichiarazioni pubbliche, l’autobiografia impossibile di una delle figure più geniali, trasgressive, incatalogabili del Novecento.
In queste interviste assistiamo a distanza ravvicinata alle molte vite artistiche di Bene e alle sue evoluzioni. Lo incontriamo appena venticinquenne mentre risponde con sfrontatezza alle accuse di oltraggio al pudore per il provocatorio Cristo ’63. Lo ritroviamo come un alieno al Festival del cinema di Venezia a presentare il film Nostra Signora dei Turchi o sfidare a duello un critico che aveva mosso riserve contro la sua Cena delle beffe. Siamo testimoni del successo ottenuto in Francia con S.A.D.E. e Romeo e Giulietta, delle sue sperimentazioni sonore – la ricerca sulla phonè – e della trasformazione dell’attore in «macchina attoriale». Assistiamo alla lettura della Commedia di Dante in cima alla Torre degli Asinelli di fronte a più di centomila persone. Lo seguiamo mentre calca le scene di tutta Italia, illuminato dalla luce del mito, braccato da un pubblico e da una stampa che vuole penetrare il mistero di un genio e partecipare della sua aura.
Con gli occhi neri come due crateri fissi sull’intervistatore, Carmelo Bene alterna in queste pagine profezie e stroncature, anatemi e poesie, cerca l’autopromozione con gli stessi gesti con cui fa arte, discute e litiga di immortalità e di calcio, di letteratura e oblio, di sacro e gossip, perché ogni cosa nel suo mondo è tutto e niente, esiste ma senza esistere. Per Carmelo Bene «si può solo dire nulla» perché questo è il destino di ogni discorso: tutto è sulla scena solo per essere distrutto e dimenticato per sempre.

Dal risvolto

C. Bene, Si può solo dire nulla. Interviste, il Saggiatore 2022. A cura di Luca Buoncristiano e Federico Primosig.

Carmelo Bene è nato a Campi Salentina nel 1937 e morto a Roma nel 2002.

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