L’affare Cirillo. L’atto d’accusa del giudice Carlo Alemi, Editori Riuniti 1989
In uno Stato moderno, nel cuore dell’Europa, per liberare un ostaggio in mano alle Brigate rosse si è fatto ricorso allo stato maggiore della camorra, avviando una trattativa che si svolge all’interno di un carcere «di massima sicurezza», dove era rinchiuso (si fa per dire) Cutolo, e a cui parteciparono dirigenti politici, servizi segreti, latitanti, terroristi, che si incontrano ripetutamente. Nei giorni del sequestro Cirillo succede di tutto. Ecco perché il racconto fatto dal giudice non poteva non avere l’ampiezza che ha: dovevano essere descritti comportamenti, ripresi testimonianze e confronti di uomini potenti e reticenti.
Dalla prefazione
Questo libro pubblica i capitoli fondamentali di un drammatico documento giudiziario: la sentenza ordinanza del giudice Carlo Alemi sulle trattative per il riscatto di Ciro Cirillo. L’assessore democristiano fu rapito a Torre del Greco il 27 aprile 1981 dalle Br, che uccisero i due uomini della scorta. L’ordinanza è stata depositata il 28 luglio 1988. Sette anni di indagini, ma anche di inquinamenti, minacce, omissioni, suicidi e omicidi, di documenti scomparsi e falsificati. Una rete torbida tessuta da camorra , Br, uomini dei servizi segreti e della P2 attorno a una verità che non doveva essere scoperta. E l’ambiguo comportamento di alcuni dirigenti della Dc che avallarono oscuri patteggiamenti.
La lettura di questi documenti giudiziari serve per conoscere a fondo fatti sconvolgenti e per documentarsi sullo stravolgimento delle istituzioni, sull’uso per finalità private dei pubblici poteri, sulle connessioni tra settori dei servizi segreti, settori del mondo politico, terrorismo e camorra.
L’affare Cirillo. L’atto d’accusa del giudice Carlo Alemi, Editori Riuniti 1989. A cura di Vincenzo Vasile. Prefazione di Emanuele Macaluso.
Vincenzo Vasile (Palermo, 1948) è giornalista, inviato dell’Unità.