Ludwig Hohl
Il sapere non si accontenta di una biblioteca.
Questa frase non è così semplice come sembra. (È inutile dire che la biblioteca non è qui intesa in senso fisico.) La biblioteca non è sufficiente, perché il sapere muore continuamente. (Solo sotto quella forma più putrescente che chiamiamo fede dura un po’ più a lungo, ma non si tratta di un sapere puro, bensì di un fenomeno d’ordine più propriamente fisico: si preme col dito sui nervi…)
Ecco perché l’atto di apprendere conta più della cosa appresa.
L’uomo comunque pensa: ciò che si sa si sa e ciò che non si sa non si sa: Sbagliato! Infatti non si resta in piena luce, si sprofonda grado per grado nell’oscurità. È uno sprofondare senza fine, universale, che ci conduce sempre più in basso. Qualcosa riemerge; ciò che importa è in che misura permettiamo che riemerga.
Lo spazio del sapere umano non assomiglia alla stanza del tesoro del re in cui si raccolgono tesori sicuri dietro a mura sicurissime, dove ogni nuovo tesoro accresce il valore degli altri.
Mai troverò immagine più precisa per ciò che avviene nel sapere umano di quel che ho visto alla fiera. Dietro a una piattaforma si alzava in verticale un binario. Una biglia correva su questo binario e passando accendeva una dopo l’altra delle luci. Ma la biglia non correva da sola. Per darle lo slancio, un uomo doveva battere sulla piattaforma con un grosso martello. Tanto più forte colpiva, tanto più in alto spingeva la biglia e tante più luci venivano accese. Quando la biglia ricadeva le luci si spegnevano.
Ma allora, nulla si conserva? L’esercizio, la tua forza che lentamente si accresce, il tuo ricordo gioioso.
(E ancora una cosa, quasi me la dimenticavo, eppure per gli uomini conta così tanto! Dopo lo sforzo ti viene donata una piccola stella in cartone colorato e fil di ferro. È molto importante!).
L. Hohl, Note, Marcos y Marcos 2000.
Caro Mauro, grazie per questa proposta; anche Hohl, come tanti altri autori, è stata per me una scoperta che devo a Domenico Brancale.