Arthur Rimbaud
Alba
Ho abbracciato l’alba d’estate.
Non si muoveva ancora nulla sulla fronte dei palazzi. L’acqua era morta. I campi d’ombre non lasciavano la strada del bosco. Ho camminato, risvegliando gli aliti vivi e tiepidi, e le pietre preziose guardarono, e le ali si alzarono senza rumore.
La prima impresa fu, sul sentiero già pieno di freschi e pallidi bagliori, un fiore che mi disse il suo nome.
Risi al wasserfall biondo che si arruffò tra gli abeti: dalla cima argentata riconobbi la dea.
Allora alzai i veli ad uno ad uno. Nel viale, agitando le braccia. Nella pianura, dove l’ho denunciata al gallo. Nella grande città fuggiva tra le cupole e i campanili, e correndo come un mendicante sulle banchine di marmo le davo la caccia.
In cima alla strada, vicino a un bosco di allori, l’ho avvolta nel suo cumulo di veli, e ho sentito un attimo il suo immenso corpo. L’alba e il ragazzo caddero giù nel bosco.
Al risveglio era mezzogiorno.
A. Rimbaud, Da Illuminations, in Opere, Marsilio 2019. A cura di Olivier Bivort. Traduzione di Ornella Tajani. Con testo a fronte.
Molto bella