Dino Buzzati
Già da parecchi giorni l’inverno era sceso sulla Fortezza quando sull’ordine del giorno, affisso nella sua cornicetta su un muro del cortile si lesse una strana comunicazione.
“Deplorevoli allarmi e false voci” era scritto. “In base a precisa disposizione del Comando superiore, invito sottufficiali, graduati e soldati a non dar credito, ripetere o comunque diffondere voci d’allarme, destituite di qualsiasi fondamento, circa presunte minacce di aggressione contro i nostri confini. Queste voci, oltre che inopportune per ovvi motivi disciplinari, possono turbare i normali rapporti di buon vicinato con lo Stato confinante e diffondere fra la truppa inutile nervosismo, nocivo all’andamento del servizio. Desidero che la vigilanza da parte delle sentinelle sia esplicata con i mezzi normali, e che soprattutto non si ricorra a strumenti ottici non contemplati dai regolamenti, e che, spesso usati senza discernimento, danno facilmente occasione a errori e false interpretazioni. Chiunque sia in possesso di tali strumenti dovrà notificarlo al rispettivo Comando di reparto, il quale provvederà a ritirare gli strumenti stessi e a tenerli in custodia.”
Seguivano le normali disposizioni per il turno quotidiano di guardia e la firma del comandante, tenente colonnello Nicolosi.
Era evidente che l’ordine del giorno, formalmente diretto alla truppa, si rivolgeva in realtà agli ufficiali. Nicolosi aveva ottenuto così il doppio scopo di non mortificare nessuno e di mettere al corrente l’intera Fortezza. Certo nessuno degli ufficiali avrebbe più osato farsi vedere dalle sentinelle a perlustrare il deserto con cannocchiali extra-regolamentari. Gli strumenti in dotazione per le varie ridotte erano vecchi, praticamente inutilizzabili, qualcuno anzi era andato perduto.
Chi aveva fatto la spia? Chi aveva avvertito il Comando superiore, giù in città? Tutti pensarono istintivamente a Matti, lui solo poteva essere stato, sempre col regolamento alla mano per soffocare ogni cosa piacevole, ogni tentativo di personale respiro.
D. Buzzati, Il deserto dei Tartari, Meridiani Mondadori 2012. A cura di Giulio Carnazzi.