Ramón Andrés, Il mondo nell’orecchio, Adelphi 2021
«Mousikḗ è, per l’appunto, l’arte delle Muse, la tecnica combinatoria dei suoni che permette di costruire uno spazio confacente alle necessità spirituali e fisiche dell’uomo. In Grecia il significato del vocabolo, almeno fino alla fine del periodo classico, abbracciava anche la danza e la poesia, un campo semantico analogo a quello designato dal termine sanscrito saṃhitā nella fase più precoce della cultura indù. In realtà mousikḗ era una contrazione di mousikḗ téchnē, definizione di un’arte concernente tutto ciò che aveva natura musicale, dagli aspetti pratici a quelli speculativi. Il termine mousikḗ rappresentava quindi un’idea di sintesi o di congiunzione degli elementi costitutivi dell’essere umano. Esprimeva l’allegoria di un mondo proporzionato, ideale quanto “logico”: suono, movimento e nume».
Che cos’è la musica? Per rispondere a questa capitale domanda, Ramón Andrés insegue – dalla preistoria al composito mondo greco-romano, con frequenti incursioni nelle tradizioni asiatiche – le esperienze primordiali che hanno risvegliato il nostro inconscio alla vibrazione universale, le riflessioni filosofiche che hanno eretto l’armonia a principio fondante del cosmo e dell’etica, le meditazioni artistiche e religiose attraverso le quali la musica ha preso forma come elemento insostituibile del vivere umano. E alla maniera degli antichi rapsòdi, «cucitori di canti», raccoglie nel suo tour de force una scintillante collezione di storie, citazioni memorabili e interpretazioni animate da un contagioso senso di stupore. Se mousikḗ è, come pensavano i greci, non solo una «tecnica combinatoria dei suoni», ma una disciplina che «permette di costruire uno spazio confacente alle necessità spirituali e fisiche dell’uomo», l’itinerario tra suono e vibrazione, proporzione e spazio, intelligenza e danza cui Andrés ci invita è allora un viaggio necessario. Tanto più oggi, quando la musica rischia di risolversi e dissolversi nell’entertainment, nell’emporio dei suoni smaterializzati, nella persecuzione delle nenie di sottofondo orchestrate da algoritmi. La musica, invece, è infinitamente di più: intermediaria celeste, abissale «frammento delle nostre origini», motore armonico della convivenza, voce che «placa e compone la tempesta cosmica». Per Rilke l’orecchio è un «tempio»: Andrés ha predisposto una doviziosa liturgia musicale, e dalla soglia ci invita all’introibo.
Dal risvolto
R. Andrés, Il mondo nell’orecchio. La nascita della musica nella cultura, Adelphi 2021. Traduzione di Maria Nicola.
Titolo originale: El mundo en el oído. El nacimiento de la música en la cultura, Acantilado 2008.
Ramón Andrés. Nato a Pamplona nel 1955, scrittore, poeta, musicologo, è autore fra l’altro di libri su Mozart, Bach, Monteverdi, di un Diccionario de instrumentos musicales (1995-2001) e di un Diccionario de música, mitología, magia y religión (2012).