Trasfusioni

Tami Haaland, due poesie da What Does Not Return, a cura di Stefano Bottero

  

QUALE LUCE RIMANGA

Quello che resta permea
foschia tardo autunnale e finestre da scaldare
macchie da tappeto, illuminando e
accrescendo lo spazio accanto alla sedia a dondolo.
I suoi piedi toccano terra, angoli del riquadro.

Quale luce rimanga lo vedi nei suoi occhi,
nelle sue palpebre pesanti, l’espressione nuda di labbra sottili.
Se solo le parole potessero disporsi da sé.
Se solo il gesto potesse svolgersi.
Se solo il corpo potesse darsi avvio.

   

RITORNO

Quando apro la porta
e raggiungo l’interruttore
il mondo si spalanca come ha fatto ogni volta.

Il barattolo dell’aglio sul davanzale,
la tazza di ceramica che tiene
coltelli da formaggio e da verdure.

Fuori un ramo
dal frassino
preoccupa la finestra.

È un posto in cui conosco
le maniglie, la percezione dei gradini
per il seminterrato, l’odore di cemento freddo.

Se apro il cassetto centrale
la biancheria è lì come l’hai lasciata,
in ordine, niente che va bene.

   

WHAT LIGHT REMAINS

What is left streams through
late autumn haze and windows to warm
patches of carpet, brightening and
lengthening the space near the rocker.
Her feet touch down, square to the frame.

What light remains you see in her eyes,
her heavy lids, the bare expression of thin lips.
If only the words could ready themselves.
If only the gesture could unfold.
If only the body could launch.

   

RETURNING

When I open the door
and reach to the light switch
the world opens as it did each time.

The garlic jar on the ledge,
the ceramic cup holding
cheese cutters and paring knives.

Outside a branch
from the ash tree
worries the window.

It is a place where I know
the drawer pulls, the feel of steps
to the basement, the smell of cool cement.

If I open the middle drawer
the linen is there as you left it,
well-ordered, none of it fine.


What Does Not Return (2018) è la terza raccolta di Tami Haaland. È preceduta da When We Wake in the Night (2012) e Breath in Every Room (2001), vincitrice del Nicholas Roerich First Book Award. Haaland riceve nel 2013 il titolo di Montana’s Poet Laureate, ad oggi insegna letteratura e poesia alla Montana State University – Billings.
Il suo stile piano, spesso libero da complessità formali, fornisce gli argini per lo scorrere di un io liricamente inquadrato. Nei suoi versi la persona si misura con l’oggetto, con la stanza, con un altro-da-sé fisico ma non immobile. Il suo rapporto con le cose si stringe con familiarità straniante. Il suo sguardo si appropria di orizzonti minimi e vastissimi. Così Haaland resta sull’orlo dell’ossessione – appena prima del buio di una camera, illuminata dai versi nel chiamare per nome.

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