Trasfusioni

Esther Dischereit, da Als mir mein golem öffnete (Passau, 1996), a cura di Anna Ruchat

  

Esther Dischereit è nata a Heppenhein nel 1952 e vive a Berlino. È autrice di poesia, prosa, teatro, radiodrammi e saggistica. Dopo l’uscita delle due opere in prosa Joëmis Tisch – Eine jüdische Geschichte [Il tavolo di Joemi, una storia ebraica], 1988 e Übungen jüdisch zu sein [Esercizi per essere ebrei] del1996 è stata definita in Germania una delle voci più importanti della seconda generazione della letteratura ebraica dopo la shoah. Ha pubblicato nel 2014 Blumen für Otello. Über die Verbrechen von Jena, sui crimini commessi a Jena dalla destra estrema del Nationalsozialistischen Untergrund (NSU) da cui è stato tratto un radiodramma. Nel 2020 è uscita una sua antologia poetica in inglese e tedesco Sometimes a Single Leaf. Con il titolo Mama darf ich das Deutschlandlied singen [Mamma posso cantare l’inno tedesco?] è uscita nel 2020 una sua raccolta di saggi. Ha insegnato all’Università delle arti applicate di Vienna e nel 2019 ha avuto il DAAD Chair in Contemporary Poetics alla New York University.
Nel 2009 ha ottenuto l’Erich-Fried-Preis.

Raccolte di poesia

Als mir mein golem öffnete, Passau, 1996
Rauhreifiger Mund oder andere Nachrichten, Berlin, 2001
Im Toaster steckt eine Scheibe Brot, Berlin, 2007
Vor den Hohen Feiertagen gab es ein Flüstern und Rascheln im Haus, Berlin, 2009
Klagelieder in Blumen für Otello. Über die Verbrechen von Jena, Berlin/Zürich, 2014
Sometimes a Single Leaf, Todmorden, 2020


   

Sedevo
davanti alla tua porta
quando
il mio Golem mi
aprì
mi portò
in disparte
mi cancellò
via
il verso
ora tu spazzi
polvere
davanti alla Tua porta

  

Ich saß
vor deiner Tür
als
mir mein Golem
öffnete
führte mich
abseits
und strich
mir die Zeile
aus
jetzt fegst du
Staub
vor Deiner Tür

*

Invece del latte
abbiamo bevuto la paura
lei mi lavò
gli occhi fino a renderli bianchi
che mai non debba
non vedere
come voi vedete i fiori

Vedo i fiori
crescere a Dachau
è la foto più bella
di mia figlia

  

Statt Milch haben wir
die Angst getrunken
sie wusch mir
die Augen weiß
dass ich niemals nicht
gesehen
wie ihr die Blumen seht

Ich seh die Blumen
wachsen in Dachau
es ist das schönste Foto
meiner Tochter

*

RINASCIMENTO EBRAICO I

Vogliamo un po’ di Aleph
e vogliamo spezzare la Matzah
giochiamo alle madri, i bisnonni
noi non li abbiamo visti
non siamo i figli di
qualcuno e di un luogo

parlano di noi come
coltivatori delle loro terre

stradini hanno tranciato
gli alberi alle radici

Gli alberi hanno scosso le fronde
e si sono fermati un momento

Gli altri alberi sostenevano
di essere la foresta

Quanto a me, mi sento strana
quando passo lì in mezzo.

   

JÜDISCHE RENAISSANCE I

Wir wolln ein bisschen Aleph
und wolln die Mazze brechen
spielen Mütter, Urgroßväter
die haben wir nicht gesehen
sind nicht die Kinder von
wem und von woher

sie reden von uns wie
Ackerbauern von ihrer Erde

Straßenarbeiter hackten den
Bäumen in die Wurzel

Die Bäume schüttelten ihre Kronen
und blieben eine Weile lang stehen

Die anderen Bäume behaupteten
sie seien der Wald

Mir ist merkwürdig
wenn ich dazwischen gehe.

 *

RINASCIMENTO EBRAICO II

Allenati a indossare il Tallèd
recita le parole che non a te
ma ad un’eternità appartengono
cerca la verità sulla fronte
proteggiti dalla mano
che passa sulle lettere
hai bisogno di forza, ora,
fosse anche solo presa in prestito

Apri un negozio
con le posate d’argento del tuo D-o
vedi di venderle
nella breve fioritura del tempo
che rimane
Io sono già morta
perché ti rifiuti
di giacere come me?
Nessuno può comprarsi D-o
come un vaso di caramelle

   

JÜDISCHE RENAISSANCE II

Übe das Tales tragen
sprich die Worte die nicht dir
sondern einer Ewigkeit gehören
such dir die Wahrheit auf der Stirn
schütze dich vor der Hand
die über die Buchstaben streicht
du brauchst jetzt Kraft
und sei sie nur geliehen

Eröffne ein Geschäft
mit dem Tafelsilber deines G’ttes
sieh zu dass du verkaufst
in der kurzen Blüte der Zeit
die bleibt
Ich bin schon tot
warum weigerst du dich
bei mir zu liegen
Niemand kann sich den G’tt
wie ein Bonbonglas kaufen

*

RINASCIMENTO EBRAICO III

Mi si apre il cuore
per buoi e pecore
per i convolvoli
cardi e pietre
che dietro il mio palazzo
si rifugiano

Certi giorni
butto via i miei vestiti
copro il mio viso
davanti ad un Altro
scendo e spengo
la brace della mia sigaretta
dei giorni profani

Dimmi mi darai un segnale
di questi giorni?
Antichi canti vanno per la maggiore
vivere in direzione del giorno
è estenuante
Voglio riavere
le mie fedi e proteggere
te dal freddo
della ragione

Prendi la mano contro il freddo
e strofinala con me

  

JÜDISCHE RENAISSANCE III

Geht mir das Herz auf
bei Rindern und Schafen
bei den Winden
Disteln und Steinen
die sich hinter meinem Hochhaus
verkriechen

An bestimmten Tagen
werfe ich meine Kleider weg
verhülle mein Gesicht
vor einem Anderen
steige aus und lösche
die Glut meiner Zigarette
von den weltlichen Tagen

Sag gibst du mir ein Zeichen
dieser Tage
Alte Gesänge haben Konjunktur
tagwärts zu leben
ist anstrengend
Will meine Glauben
wieder haben und dich
beschützen vor der Kälte
der Vernunft

Nimm die Hand gegen die Kälte
und reibe sie mit mir

*

LUNA E BLU

Quando la luna si fa torrida
perdo le mie scarpe
Gli occhi mi scappano via
silenziose frusciano le lenzuola
Su sfondo blu con verdi
fiori
affogo.
Polvere si posava sui miei capelli.

  

MOND UND BLAU

Als der Mond heiß wird
verliere ich meine Schuhe
Die Augen laufen mir fort
leise rascheln die Laken
Auf blauem Grund mit grünen
Blumen
ertrinke ich.
Staub legte sich auf mein Haar.

*

Strisciai sotto Berlino
e vissi come un ratto
degli scarichi delle persone
che sedevano intorno al tavolo
al suono delle campane
trasalivamo
e ci tappavamo le orecchie ebraiche

Spento il tintinnio della colletta
latte e pane traboccavano giù dalla scala
che un giorno scricchiolava sotto di noi
Il mio viso era desideroso di sole
La corrente d’aria tra le assi
tradiva il torrido agosto
così mi parve dopo tre volte giugno in marzo

Giacevano stropicciati sui nostri letti
in abito da uomo e da donna e gillet giallo lavorato a maglia
ed erano pronti a conversare con i libri
Un martellare di passi pesanti
corse sopra le nostre teste e mani
ci nascondemmo
dietro la palpebra dei Suoi occhi

Un giorno salimmo su per la scala
nel mio cuore in corsa
per gli ultimi anni
e batteva sempre più forte
mi rincorreva negli altri Paesi
finché non ritornai a casa nella mia cantina
e mi decisi.

  

Ich kroch unter Berlin
und lebte wie eine Ratte
vom Ausguss der Menschen
die um den Tisch herum saßen
beim Läuten der Glocken
zuckten wir zusammen
und hielten uns die jüdischen Ohren

Nach dem Verklingen der Kollekte
schwappten Milch und Brot von der Stiege
die eines Tages unter uns knarrte
Mein Gesicht hungerte vor Sonne
Der Luftzug zwischen den Dielen
verriet mir den heißen August
so schien es mir nach drei Mal Juni im März 

Lagen zerknittert auf unseren Betten
in Anzug und Kleid und gelbgestrickter Weste
und waren den Büchern bereit für Gespräche
Ein Stampfen harter Schritte
lief uns über die Köpfe und Hand
versteckten wir uns
hinter dem Lid Seiner Augen

Eines Tages krochen wir die Stiege herauf
in mein rasendes Herz
auf die letzten Jahre
und schlug es immermehr laut
raste mir nach in die anderen Länder
bis ich heimkehrte in meinen Keller
und mich entschloss.

*

La bocca piena
di stelle
ardono le mie labbra
occhi per baciarti
mi incendiano
nella torrida luce
e trafiggono
la pelle
mi respirano i capelli
appesantiti da questo bagliore
restituisci ai sordi
il loro splendore
apro la mia bocca
perché ballino
volino sulle strade
che stanno sopra di noi
non sotto la terra

  

Den Mund voll
mit Sternen
glühen meine Lippen
Augen dich zu küssen
brennen mich
in heißem Licht
und stechen
durch die Haut
atmen mir die Haare
schwer an diesem Schimmer
gib den tauben
ihren Glanz zurück
öffne meinen Mund
damit sie tanzen
fliegen auf den Straßen
die über uns
nicht unter Erde liegen

 

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