Nicolás Gómez Dávila
Nostro fratello non è chi possiede forma corporale simile alla nostra, bensì chi palpa lo stesso mistero.
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Siccome tutto quello che oggi si costruisce passa automaticamente al nemico, prima di costruire dobbiamo attendere che il tempo porti dei materiali che non tradiscono.
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Ogni essere è una statua tronca alla quale solo l’amore restituisce le curve mutilate.
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Non dobbiamo aspettarci nulla dal romanzo finché il buon romanziere non si risolva a scrivere, come nel secolo scorso, “cattivi” romanzi.
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Non ho nostalgia di una natura vergine, una natura priva dell’impronta contadina che la nobilita e del palazzo che corona la collina. Però ho nostalgia di una natura salva da industrialismi plebei e manomissioni irriverenti.
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L’orgoglio dell’uomo si è accresciuto con l’aumentato accertamento della propria insignificanza. Eliocentrismo, selezione naturale, pulsioni incoscienti, determinismo economico, ecc.: ogni nuova umiliazione tonifica la sua superbia.
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L’importanza di un avvenimento è inversamente proporzionale allo spazio che gli dedicano i giornali.
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Nulla assicura all’uomo che ciò che inventa non lo uccida.
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Senza la funzione emotiva del linguaggio non sarebbe possibile riferirsi alla totalità dell’oggetto.
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Ormai non esistono anziani, ma giovani decrepiti.
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Confondere ciò che è popolare con la democrazia è un’astuzia tattica del democratico.
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L’attività politica dello scrittore è il sostituto del suo talento esaurito.
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Le rivoluzioni non risolvono altro problema che il problema economico dei loro capi.
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La nostra anima ha un avvenire. L’umanità non ne ha nessuno.
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Chi ha rispetto verso se stesso non può vivere oggi se non negli interstizi della società.
N. G. Dávila, Escolios a un texto implícito II, GOG 2018. Introduzione di Alfredo Abad. Versione italiana e note di Loris Pasinato.