Pier Paolo Pasolini, Petrolio, Mondadori 2005
Per un approccio più ampio a Petrolio consigliamo due testi di Carla Benedetti: Le traversie e gli equivoci della ricezione di Petrolio (un estratto dall’intervento al convegno “Petrolio 25 anni dopo” tenutosi all’Università di Pisa il 9 e il 10 novembre 2017) pubblicato sul sito del Centro Studi Pier Paolo Pasolini e Quattro porte su Petrolio apparso su Il primo amore.
«Ho iniziato un libro che mi impegnerà per anni, forse per il resto della mia vita… Non voglio parlarne… basti sapere che è una specie di “summa” di tutte le mie esperienze, di tutte le mie memorie.» Così Pasolini descrive la sua ultima opera di narrativa, destinata a rimanere incompiuta per l’improvvisa, tragica scomparsa del poeta. Iniziato nei primi anni Settanta, durante la crisi petrolifera mondiale, e portato avanti fino alla morte, nel novembre 1975, Petrolio è un gigantesco frammento di quello che avrebbe dovuto essere un romanzo-monstruum di circa duemila pagine. Una enciclopedia del racconto, che comprende tutti i registri, bassi e alti, della scrittura. Appunti, annotazioni, una lettera ad Alberto Moravia, schizzi e specchietti che compongono un impressionante libro “nero”, pubblicato, con assoluta fedeltà all’autografo, solo nel 1992. Risulta da questi frammenti una disperata archeologia umana, un’esplorazione dei misteri della sessualità (il protagonista Carlo è sdoppiato in due identità uniche e distinte) e insieme uno spaccato dell’Italia del boom con la sua presuntuosa politica economica, tra oscuri complotti di potere e stragi di stato rimaste impunite. Un romanzo-saggio-zibaldone che condivide temi di Scritti corsari e Lettere luterane e attinge a fonti diversissime: da Le Argonautiche, Pound, Dostoevskij alle cronache giornalistiche, come in un vero «Satyricon moderno».
Dalla quarta di copertina
P. P. Pasolini, Petrolio, Mondadori 2005. A cura di Silvia De Laude. Con una nota filologica di Aurelio Roncaglia.
Pier Paolo Pasolini (Bologna 1922-Roma 1975), scrittore e regista, ha vissuto all’insegna di una continua sperimentazione esistenziale, ideologica e linguistica. Ha scritto poesie, romanzi, testi teatrali, saggi e sceneggiature cinematografiche. È morto assassinato sulla spiaggia di Ostia la notte tra il 1° e il 2 novembre 1975. Della sua vasta produzione letteraria ricordiamo per la narrativa: Ragazzi di vita (1955), Una vita violenta (1959), Teorema (1968), La Divina Mimesis (1965); per la poesia: La meglio gioventù (1954), Le ceneri di Gramsci (1957), La religione del mio tempo (1961), Poesia in forma di rosa 1961-1964 (1964), Trasumanar e organizzar (1971); per la produzione cinematografica i film: Accattone (1961), Mamma Roma (1962), Il Vangelo secondo Matteo (1964), Uccellacci e uccellini (1966), Porcile (1969), Medea (1970), Il Decameron (1971), I racconti di Canterbury (1972), Il Fiore delle Mille e una notte (1974) e Salò o le 120 giornate di Sodoma (1975).