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Antonin Artaud, Lettere a Pierre Bordas, Prova d’Artista 2021

Questo breve ma intenso carteggio tra Antonin Artaud e Pierre Bordas è originariamente apparso nel n. 364 della «Nouvelle Revue Française» del maggio 1983, corredato da una nota esplicativa di Paule Thévenin che curò, in forma anonima, il monumentale progetto delle Œuvres complètes, pubblicate da Gallimard tra il 1956 e il 1994 in ventisei volumi, di cui due doppi. La manciata di missive, che va dal dicembre 1946 al febbraio 1948 (Artaud morirà il 4 marzo, a distanza di un paio di settimane, nel padiglione di Ivry), è incentrata quasi esclusivamente sui dettagli relativi alla pubblicazione della raccolta poetica Artaud le Mômo che Bordas stampò a Lione, «sur les presses des Audin» nel dicembre 1947…


Dalla nota Artaud, Bordas e le parole sporche di Pasquale di Palmo.


Lettera di Artaud

Ivry, 26 maggio 1947.

Caro signore,

   Ho appena avuto un altro attacco d’edema di Quincke.
Il Dottor Delmas direttore della clinica in cui mi trovo nel caso glielo potrà confermare.
Quindi sono assolutamente incapace di occuparmi di qualsiasi cosa prima della fine del mese. La prego dunque di voler pazientare almeno una settimana per la correzione delle bozze di Artaud le mômo.
Ma Pierre Loeb non le ha detto ancora che le avrei voluto chiedere una revisione completa del testo
che volevo pregarla di stampare in caratteri grassetto, molto più grandi, molto più larghi e spaziati.
Credevo che volesse fare un’edizione di lusso di queste cinque poesie
con delle riproduzioni dei disegni
non su carta patinata
ma su una bellissima carta spessa e opaca.
In quel caso, allora, rifarò dei disegni a penna e all’inchiostro di China solo se viene rimaneggiato il
testo. In modo che non sia più un’edizione normale.
Il Sig. Gervais dovrebbe venirmi a trovare a Ivry. Potrebbe dirgli di venire di mattino prima di mezzogiorno.
Creda nei miei migliori sentimenti.

Antonin Artaud.

da Artaud le Mômo

ciò vuole dire che c’è un osso,
in cui
                                 dio
si è messo sul poeta,
per saccheggiargli l’ingestione
dei suoi versi,
come peti di testa
che gli estrae dalla fica,
che gli estrarrebbe dalla notte dei tempi
fino al fondo del suo buco di fica

e non è uno scherzo del cazzo
che gli tira in questa maniera
è lo scherzo del mondo intero contro chi ha palle
nella fica.
E se non si capisce l’immagine
– ed è ciò che vi sento dire
in giro,
che non capite l’immagine
che è in fondo
al mio buco di fica, –

è che ignorate il fondo,
non delle cose,
ma della mia fica
la mia,
anche se dalla notte dei tempi
voi ci girate attorno
come si sbraita un’alienazione,
si complotta a morte un’incarcerazione.

ge re ghi
regheghi
geghena
e reghena
a geha
riri


A. Artaud, Lettere a Pierre Bordas, Prova d’Artista 2021. Con uno scritto di Pierre Bordas. Immagini di Antonin Artaud e Nicola Samorì. A cura di Domenico Brancale. Nota di Pasquale Di Palmo. 240 esemplari numerati. Brossura. Pag. 48

Esiste una tiratura di 40 esemplari, numerati da 1 a 40, accompagnati da un’acquaforte originale fuori testo di Nicola Samorì (4 soggetti diversi). Più 4 esemplari, siglati da A a D, accompagnati da una grafica ritoccata da Samorì sulle prove litografate dei disegni di Artaud per l’edizione di Artaud le Mômo, edito da Bordas nel 1947. Custodia cartonata.

Galerie Bordas

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